MaronAngelo Maron è un pontelongano doc. Nato nel 1932, di professione ebanista di livello, ha incominciato ad interessarsi di arte quando, prima in Piemonte e poi nel Veneto, si è dedicato al restauro e all’intaglio. Ma egli aveva bisogno di dire qualcosa di suo ed ha cominciato a dipingere. Inizialmente ai pennelli ha preferito la spatola usando il colore come materia. Poi, visitando la Biennale di Venezia, ha incontrato le opere di Burri ed è stato un colpo di fulmine. Da allora la juta, plasmata con Vinavil ed altri collanti, è diventata la materia prima su cui poi inserire, oltre al colore, materiali vari come trucioli, legnetti, reti. La sua si è fatta una pittura sanguigna carica di forza, di ironia, di protesta. Ha saputo variare forme e colori a seconda delle tematiche affrontate, impregnando ogni sua opera di un espressionismo incisivo, sempre in bilico tra astratto, informale e figurativo. Le sue, come giustamente ha affermato Gianluigi Peretti, sono delle pittosculture che si prestano alle più svariate interpretazioni. Come artista ha avuto delle belle soddisfazioni, anche se, a dire la verità, è stato un po’ troppo trascurato e misconosciuto in paese. Sue opere fanno parte di collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero ed egli ha partecipato ad un notevole numero di mostre e di concorsi dove ha potuto essere apprezzato per quello che è: un pittore dalla creatività inesauribile, fortemente espressivo, che affida ai suoi quadri sentimenti, pulsioni, condizione esistenziale.

Sull'opera di Angelo Maron si è detto ...

Si è scritto che l’Arte e i sogni sappiano testimoniarci, e ci testimoniano in maniera altra, palesando aspetti inconsci, necessità interiori, desideri rimossi. Tutto questo ha dato occasione a tante scuole di pensiero di misurarsi in molteplici analisi, in svariate attribuzioni simboliche, allo scopo di risalire al significato primo, al vero nucleo esistenziale celato tra i segni, i veli onirici, i connotati della rappresentazione. Al di là dei confini interpretativi, delle strade divergenti, delle ipotesi comunque discordi, un punto fisso: l’animo che, nell’immaginario, abbisogna di trovare espressione. E così, con tali considerazioni, mi avvicino alla pittura di Angelo Maron, al suo lungo assiduo percorso artistico, alla sua inesauribile volontà di raccontarsi. Ecco, allora, le sue tele di juta – le pieghe, le asperità della superficie, le cromie accese – apparirmi come dichiarazioni d’esistenza, come urgenza espressiva di una intensa energia emotiva, traduzioni materiali di una potente forza vitale. Le opere di Maron non sanno stare in due dimensioni: necessitano dello spazio per far vivere le forme, cosicché la superficie della tela si corruga, si fessura. Un’inquietudine tellurica, un magma pulsionale muove la juta, la tira, la disarticola. La materia vibra nella luce, grida la sua anarchia sino a che la coscienza non interviene a ricomporre, a dare forma, a descrivere. Ecco figure antropomorfe affiorare dall’opera, tendere al fluitore trasmutare la mimesi della pittura in bassorilievo: pittoscultura policroma. Tuttavia non di definizioni vive l’arte di Maron, ma del coraggio del suo dichiararsi e della sua ricerca. Un percorso parallelo alla sensibilità di artisti del secolo ‘900 che nella specificità dei materiali hanno trovato modo per esprimere il disagio, la precarietà, e il loro conflittuale superamento. Un opera non decorativa, perciò, non lenitiva, né compensatoria bensì attestante il fremito dell’inquietudine e del coraggio verso la vita anche nella sua ombra. Quasi che le pieghe e le sovrapposizionidella superficie possano coincidere con quelle dell’anima e siano tali che, osservando le prime, possano disvelarsi le seconde. Un’Arte orgogliosa della sua forza e non dipendente dalla sua bellezza; un’Arte profonda ed autentica che Maron persegue oltre ogni moda, con maestria e costanza. Un’Arte Vera. Giuseppe Donolato

LE OPERE

"Unirsi per Unire il paese..." 2011

operaMaronRid

Nome dell'Opera

Maron4

Nome dell'Opera

Maron2

Religione e Religiosi

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"Paese dello Zucchero" 2006

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